Lui respinge ogni ipotesi di accusa: «Abbiamo trascorso la serata insieme ma poi l'ho salutata»
LLORET DEL MAR (Spagna) —Victor «el gordo» (il grassone) dice che l'ha conosciuta nel bar in cui lavora, al Beach & Friends. Dice che poi è andato con a lei a ballare, alla Yates, e che hanno passato un po' di ore assieme. Ma quando l'ha lasciata davanti alla discoteca, giura, «Federica stava bene e stava per tornare in albergo». Che fine ha fatto? La risposta di Victor è sempre quella: «Non lo so».
C'è qualcosa che non torna, però, nel suo racconto sul tempo passato con Federica Squarise, la ragazza di Padova sparita nel buio della notte fra il 30 giugno e il 1˚ luglio a Lloret del Mar, in Costa Brava, a qualche decina di chilometri da Barcellona, lungo le rotte del divertimento e della disco- dance.
Per la polizia da ieri «il grassone», di nazionalità uruguaiana, è un sospettato. Di che cosa, esattamente non lo sanno nemmeno gli uomini del «Mossos d'Esquadra», gli inquirenti catalani. Perché non sanno se Federica è prigioniera da qualche parte, se sta male, se temere il peggio. Sanno soltanto che quantomeno su un particolare Victor non la racconta giusta: i tempi.
Dopo aver visionato i filmati della discoteca e quelli delle telecamere di sicurezza installate nei luoghi dai quali Federica è passata, si sono accorti che non c'è corrispondenza fra le cose messe a verbale da Victor e le sequenze registrate. Potrebbe trattarsi di semplici omissioni o di errori nel racconto del ragazzo. «Andiamoci piano con le accuse » è la sola cosa che ripetono gli agenti del commissariato locale. Ma per questa storia che da cinque giorni sembrava immobile nonostante gli sforzi investigativi, anche un piccolo indizio è una svolta. E sembra che ieri, a parte Victor, anche un altro ragazzo (pure lui sudamericano) abbia dato una versione dai tempi sballati sulla serata di Federica.
La ragazza era uscita con l'amica Stefania, da sempre sua compagna di vacanze. Lei ieri è tornata a casa, e ai carabinieri ha raccontato la sua angoscia: «Ho paura di aver per so un'amica, che sia successo qualcosa di brutto. Sono sconvolta». Lunedì sera sono andate assieme al Beach & Friends. Un bicchiere, un altro, un altro ancora (raccontano i testimoni), per festeggiare il compleanno di una cameriera del locale. La notte era appena cominciata, la Yates avrebbe aperto più tardi. Così, quando i festeggiamenti sono finiti, il gruppo (italiani e sudamericani) si è spostato qualche isolato più in là, in discoteca. I ragazzi che hanno parlato e ballato con le due amiche italiane, dicono che avevano alzato un po' il gomito. Non tanto da non stare in piedi ma abbastanza da essere quantomeno alticce. Stefania racconta agli inquirenti che a un certo punto della notte lei e Federica si sono separate. Che lei è andata in spiaggia con un amico argentino, Manuel, e ha salutato Federica davanti alla Yates, «ci vediamo in albergo più tardi, divertiti». Federica era con Victor, l'ultimo ad averla vista: «Ci siamo salutati davanti alla discoteca, l'ho lasciata che stava tornando in albergo. Non è lontano e non mi sono preoccupato ».
La zona di Lloret del Mar è un crocevia di ragazzi e ragazze che vivono alla perenne ricerca di divertimenti, ma anche di sballo, di cocaina, di pasticche che facciano ballare un po' più a lungo, che facciano durare un po' di più le notti d'estate. I continui appelli delle pubblicità-progresso governative e quelli locali contro le droghe da discoteca qui restano del tutto inascoltati. Come gli avvertimenti della stampa e delle televisioni locali che hanno raccontato più volte di ragazze alle quali qualcuno ha fatto bere miscugli di alcol e droga per poi approfittarne. Più facile ascoltare i suggerimenti dei blogger della movida: «In quel posto le ragazze sono facili», «lì si beve e si sballa da Dio...».
Di tutto questo adesso poco importa. Quel che conta, per la polizia, per la famiglia di Federica, per il turismo locale che teme la cattiva pubblicità, è che lei torni. Tutti, in questa storia, sperano il meglio e pensano al peggio.
LLORET DEL MAR (Spagna) —Victor «el gordo» (il grassone) dice che l'ha conosciuta nel bar in cui lavora, al Beach & Friends. Dice che poi è andato con a lei a ballare, alla Yates, e che hanno passato un po' di ore assieme. Ma quando l'ha lasciata davanti alla discoteca, giura, «Federica stava bene e stava per tornare in albergo». Che fine ha fatto? La risposta di Victor è sempre quella: «Non lo so».
C'è qualcosa che non torna, però, nel suo racconto sul tempo passato con Federica Squarise, la ragazza di Padova sparita nel buio della notte fra il 30 giugno e il 1˚ luglio a Lloret del Mar, in Costa Brava, a qualche decina di chilometri da Barcellona, lungo le rotte del divertimento e della disco- dance.
Per la polizia da ieri «il grassone», di nazionalità uruguaiana, è un sospettato. Di che cosa, esattamente non lo sanno nemmeno gli uomini del «Mossos d'Esquadra», gli inquirenti catalani. Perché non sanno se Federica è prigioniera da qualche parte, se sta male, se temere il peggio. Sanno soltanto che quantomeno su un particolare Victor non la racconta giusta: i tempi.
Dopo aver visionato i filmati della discoteca e quelli delle telecamere di sicurezza installate nei luoghi dai quali Federica è passata, si sono accorti che non c'è corrispondenza fra le cose messe a verbale da Victor e le sequenze registrate. Potrebbe trattarsi di semplici omissioni o di errori nel racconto del ragazzo. «Andiamoci piano con le accuse » è la sola cosa che ripetono gli agenti del commissariato locale. Ma per questa storia che da cinque giorni sembrava immobile nonostante gli sforzi investigativi, anche un piccolo indizio è una svolta. E sembra che ieri, a parte Victor, anche un altro ragazzo (pure lui sudamericano) abbia dato una versione dai tempi sballati sulla serata di Federica.
La ragazza era uscita con l'amica Stefania, da sempre sua compagna di vacanze. Lei ieri è tornata a casa, e ai carabinieri ha raccontato la sua angoscia: «Ho paura di aver per so un'amica, che sia successo qualcosa di brutto. Sono sconvolta». Lunedì sera sono andate assieme al Beach & Friends. Un bicchiere, un altro, un altro ancora (raccontano i testimoni), per festeggiare il compleanno di una cameriera del locale. La notte era appena cominciata, la Yates avrebbe aperto più tardi. Così, quando i festeggiamenti sono finiti, il gruppo (italiani e sudamericani) si è spostato qualche isolato più in là, in discoteca. I ragazzi che hanno parlato e ballato con le due amiche italiane, dicono che avevano alzato un po' il gomito. Non tanto da non stare in piedi ma abbastanza da essere quantomeno alticce. Stefania racconta agli inquirenti che a un certo punto della notte lei e Federica si sono separate. Che lei è andata in spiaggia con un amico argentino, Manuel, e ha salutato Federica davanti alla Yates, «ci vediamo in albergo più tardi, divertiti». Federica era con Victor, l'ultimo ad averla vista: «Ci siamo salutati davanti alla discoteca, l'ho lasciata che stava tornando in albergo. Non è lontano e non mi sono preoccupato ».
La zona di Lloret del Mar è un crocevia di ragazzi e ragazze che vivono alla perenne ricerca di divertimenti, ma anche di sballo, di cocaina, di pasticche che facciano ballare un po' più a lungo, che facciano durare un po' di più le notti d'estate. I continui appelli delle pubblicità-progresso governative e quelli locali contro le droghe da discoteca qui restano del tutto inascoltati. Come gli avvertimenti della stampa e delle televisioni locali che hanno raccontato più volte di ragazze alle quali qualcuno ha fatto bere miscugli di alcol e droga per poi approfittarne. Più facile ascoltare i suggerimenti dei blogger della movida: «In quel posto le ragazze sono facili», «lì si beve e si sballa da Dio...».
Di tutto questo adesso poco importa. Quel che conta, per la polizia, per la famiglia di Federica, per il turismo locale che teme la cattiva pubblicità, è che lei torni. Tutti, in questa storia, sperano il meglio e pensano al peggio.
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