Titolo originale: Paris
Francia: 2008. Regia di: Cédric Klapisch Genere: Drammatico Durata: 130'
Interpreti: Juliette Binoche, Romain Duris, Fabrice Luchini, Albert
Dupontel, François Cluzet, Karin Viard, Gilles Lellouche, Mélanie
Laurent
Sito web: www.lefilm-paris.com
Nelle sale dal: 26/09/2008
Voto: 8
Recensione di: Francesco Balzano
Pierre è un ballerino che un giorno scopre di essere malato di cuore ma,
soprattutto, che gli mancano pochi giorni da vivere. Chiamerà sua
sorella, assistente sociale con due relazioni sentimentali fallite alle
spalle e tre bambini, per stargli accanto. Intanto, nell'incantevole
cornice parigina, si muovono le storie di tanti piccoli personaggi con
le loro vite, le loro gioie e, più di tutto, i loro fallimenti.
Klapisch, arrivato alla sua settima regia, firma una storia intensa e
delicata, trattando argomenti non proprio leggeri con il solito piglio
ironico, tipico dei suoi film. Dopo aver ambientato "L'appartamento
spagnolo" a Barcellona e "Bambole russe" a Mosca, il cineasta torna
nella sua Francia, più precisamente Parigi, per questa sua malinconica
e divertita apologia della vita.
Tanti sono i personaggi che passano sullo schermo, tante sono le storie
che lo spettatore si trova davanti, ma uno solo è il tratto in comune:
l'insoddisfazione dei protagonisti nei confronti delle proprie
esistenze. Abbiamo così il professore universitario che non riesce a
trovare la donna ideale; la fruttivendola che vorrebbe rifarsi una
vita; l'assistente sociale in cerca di un pò di stabilità; un
architetto che scopre che i suoi progetti, non solo lavorativi,
nascondono grosse falle; una panettiera in cerca di un'aiutante
all'altezza. Tutti impegnati più a lamentarsi che a vivere. L'unico che
tenta di godersi ogni momento è Pierre, che vede la vita scivolargli
dalle mani, proprio in una fase in cui si pensava di averla saldamente
in pugno. Lui, dall'alto della sua finestra, guarda le persone
affanarsi senza motivo, in cerca di piccole soddisfazioni, che quasi
tutti troveranno nel sesso. Ma come tutte le cose belle, anche questo
dura poco e, una volta finito, tutto torna ad essere come prima. Il
punto dunque, come dice il protagonista, è che dobbiamo ritenerci
soddisfatti di poterci ancora arrabbiare, perchè è la vita che ci dà
questa possibilità. Bravi gli interpreti, dal primo all'ultimo, anche
se F. Luchini, aiutato, forse, da un personaggio che sembra cucito
apposta per lui, sembra sempre una spanna sopra gli altri. Klapisch,
dimostra ancora una volta di scrivere storie semplici ma che si tengono
alla giusta distanza dalla banalità. Fotografia di Cristophe Beaucarne
(Irina Palm), che esalta la magnifica scenografia offerta dalla cornice
parigina.
Azzeccate le musiche di Loic Dury e Robert Burke.
Francia: 2008. Regia di: Cédric Klapisch Genere: Drammatico Durata: 130'
Interpreti: Juliette Binoche, Romain Duris, Fabrice Luchini, Albert
Dupontel, François Cluzet, Karin Viard, Gilles Lellouche, Mélanie
Laurent
Sito web: www.lefilm-paris.com
Nelle sale dal: 26/09/2008
Voto: 8
Recensione di: Francesco Balzano
Pierre è un ballerino che un giorno scopre di essere malato di cuore ma,
soprattutto, che gli mancano pochi giorni da vivere. Chiamerà sua
sorella, assistente sociale con due relazioni sentimentali fallite alle
spalle e tre bambini, per stargli accanto. Intanto, nell'incantevole
cornice parigina, si muovono le storie di tanti piccoli personaggi con
le loro vite, le loro gioie e, più di tutto, i loro fallimenti.
Klapisch, arrivato alla sua settima regia, firma una storia intensa e
delicata, trattando argomenti non proprio leggeri con il solito piglio
ironico, tipico dei suoi film. Dopo aver ambientato "L'appartamento
spagnolo" a Barcellona e "Bambole russe" a Mosca, il cineasta torna
nella sua Francia, più precisamente Parigi, per questa sua malinconica
e divertita apologia della vita.
Tanti sono i personaggi che passano sullo schermo, tante sono le storie
che lo spettatore si trova davanti, ma uno solo è il tratto in comune:
l'insoddisfazione dei protagonisti nei confronti delle proprie
esistenze. Abbiamo così il professore universitario che non riesce a
trovare la donna ideale; la fruttivendola che vorrebbe rifarsi una
vita; l'assistente sociale in cerca di un pò di stabilità; un
architetto che scopre che i suoi progetti, non solo lavorativi,
nascondono grosse falle; una panettiera in cerca di un'aiutante
all'altezza. Tutti impegnati più a lamentarsi che a vivere. L'unico che
tenta di godersi ogni momento è Pierre, che vede la vita scivolargli
dalle mani, proprio in una fase in cui si pensava di averla saldamente
in pugno. Lui, dall'alto della sua finestra, guarda le persone
affanarsi senza motivo, in cerca di piccole soddisfazioni, che quasi
tutti troveranno nel sesso. Ma come tutte le cose belle, anche questo
dura poco e, una volta finito, tutto torna ad essere come prima. Il
punto dunque, come dice il protagonista, è che dobbiamo ritenerci
soddisfatti di poterci ancora arrabbiare, perchè è la vita che ci dà
questa possibilità. Bravi gli interpreti, dal primo all'ultimo, anche
se F. Luchini, aiutato, forse, da un personaggio che sembra cucito
apposta per lui, sembra sempre una spanna sopra gli altri. Klapisch,
dimostra ancora una volta di scrivere storie semplici ma che si tengono
alla giusta distanza dalla banalità. Fotografia di Cristophe Beaucarne
(Irina Palm), che esalta la magnifica scenografia offerta dalla cornice
parigina.
Azzeccate le musiche di Loic Dury e Robert Burke.
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