Allarme dai mercati asiatici. Mercoledì c'erano stati i primi aumenti dovuti alle tensioni geopolitiche Iran-Israele
SINGAPORE - Nuova fiammata del prezzo del petrolio, alimentata dal riacutizzarsi delle tensioni geopolitiche in medio oriente tra Iran e Israele. Dopo i record segnati in Europa mercoledì - con il future agosto sul wti che ha toccato i ,91 dollari al barile, quasi tre dollari in più della chiusura di martedì, mentre l'analoga consegna sul brent ha raggiunto quota 144,63 dollari - stamane sui circuiti asiatici il Brent ha ampiamente sfondato per la prima volta il tetto di 145 dollari al barile e si è attestato a 145,51, con un aumento di un dollaro e 25 centesimi. E dopo l'apertura dei mercati finanziari in europa, il greggio di riferimento europeo, il Brent appunto, è schizzato a Londra sopra quota 145 dollari portandosi al nuovo record di 145,75.
LA QUESTIONE IRANIANA - Intanto dall'Opec, l'organizzazione che raccoglie i Paesi produttori di petrolio, arrivano segnali non molto incoraggianti. Secondo il segretario generale, Abdallah El-Badri, sarà «difficile» rimpiazzare i 4,1-4,2 milioni di barili di greggio prodotti dall'Iran se questo stato fosse attaccato militarmente. El-Badri è intervenuto a Madrid al 19esimo congresso mondiale sul petrolio. «I prezzi, certamente, saliranno» ha aggiunto. L'Iran, quarto esportatore di petrolio al mondo, mercoledì aveva ammonito sul rischio di eventuali rincari del petrolio qualora il Paese subisse un attacco.
SINGAPORE - Nuova fiammata del prezzo del petrolio, alimentata dal riacutizzarsi delle tensioni geopolitiche in medio oriente tra Iran e Israele. Dopo i record segnati in Europa mercoledì - con il future agosto sul wti che ha toccato i ,91 dollari al barile, quasi tre dollari in più della chiusura di martedì, mentre l'analoga consegna sul brent ha raggiunto quota 144,63 dollari - stamane sui circuiti asiatici il Brent ha ampiamente sfondato per la prima volta il tetto di 145 dollari al barile e si è attestato a 145,51, con un aumento di un dollaro e 25 centesimi. E dopo l'apertura dei mercati finanziari in europa, il greggio di riferimento europeo, il Brent appunto, è schizzato a Londra sopra quota 145 dollari portandosi al nuovo record di 145,75.
LA QUESTIONE IRANIANA - Intanto dall'Opec, l'organizzazione che raccoglie i Paesi produttori di petrolio, arrivano segnali non molto incoraggianti. Secondo il segretario generale, Abdallah El-Badri, sarà «difficile» rimpiazzare i 4,1-4,2 milioni di barili di greggio prodotti dall'Iran se questo stato fosse attaccato militarmente. El-Badri è intervenuto a Madrid al 19esimo congresso mondiale sul petrolio. «I prezzi, certamente, saliranno» ha aggiunto. L'Iran, quarto esportatore di petrolio al mondo, mercoledì aveva ammonito sul rischio di eventuali rincari del petrolio qualora il Paese subisse un attacco.
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