Il Triac è uno dei componenti di maggior interesse della famiglia dei
thyristors; potendo controllare il passaggio della corrente in entrambi
i sensi, esso rappresenta una delle soluzioni più efficienti ed
economiche per il controllo della potenza assorbita dagli utilizzatori
funzionanti con tensioni alternate.
IL TRIAC
Il triac può essere considerato come due diodi SCR collegati in antiparallelo, ovvero affiancati, ma con direzioni opposte (schema a)
della figura 1). Gli anodi dei due SCR diventano i terminali principali
del triac, ed assumono il nome di MT2 e MT1 (Main Terminal 1 e Main
Terminal 2). I gate dei due SCR vengono collegati insieme, e diventano
il gate del triac
In b) si vede la costruzione a blocchi di un triac, mentre in c) è riportato il suo simbolo schematico.
Come si è detto, il TRIAC può essere attraversato dalla corrente in
entrambi i sensi; occorre notare, inoltre, che il suo passagio allo
stato "on", e cioè di conduzione, può avvenire applicando al gate una
tensione sia positiva che negativa. Queste molteplici possibilità di
funzionamento possono meglio essere illustrate facendo riferimento ad
un grafico come quello di figura 2, detto "a quattro quadranti".
Ciascun quadrante rappresenta una diversa condizione di funzionamento
del triac; le polarità e quindi le tensioni sono sempre riferite al
terminale MT1.
1° quadrante: Il terminale MT2 è postivo rispetto al terminale MT1; la
corrente che attraversa il triac scorre infatti dall'alto verso il
basso. Il gate, a sua volta, è positivo rispetto ad MT1, ed infatti la
corrente di gate risulta "entrante"
2° quadrante: MT2 è sempre positivo rispetto ad MT1, mentre il gate è negativo; la corrente di gate è una corrente che "esce"
3° quadrante: MT2 è negativo rispetto ad MT1, ed infatti la corrente
attraversa il triac dal basso verso l'alto; la tensione applicata al
gate è negativa rispetto ad MT1
4° quadrante: MT2 è negativo rispetto ad MT1, mentre al gate viene applicata una tensione positiva.
La scelta di far lavorare il Triac in un quadrante piuttosto che un
altro, ovvero di scegliere una tensione di gating positiva o negativa,
modifica in modo più o meno importante le prestazioni del dispositivo.
In seguito alla disposizione fisica degli strati di semiconduttore che
compongono il triac, i valori della "latching current" (IL), della "holding current" (IH) e della "gate trigger current" (IGT), variano da un quadrante all'altro.
Il
funzionamento più utilizzato è quello corrispondente ai quadranti 1° e
3°, ovvero quando la tensione applicata al gate ha la stessa polarità
di quella applicata al terminale MT2; in tali quadranti si ottiene
un'ottima sensibilità di gate. Quando non sia possibile lavorare in
detti quadranti, la migliore alternativa è quella di utilizzare la
coppia di quadranti 2° e 3°.
E' difficile per un triac lavorare nel 2° quadrante quando la corrente dei terminali principali è molto bassa.
Il 4° quadrante presenta, fra tutti, la più bassa sensibilità di gate.
Per comodità e chiarezza, segue una tabella che riepiloga le principali
grandezze caratteristiche dei thyristors, col nome inglese ed il
corrispondente significato in italiano:
La tabella che segue fornisce un esempio dei valori che assumono le
correnti caratteristiche nei vari quadranti, per un triac da 4 A.
Come si vede, la corrente di gate risulta di soli 10 mA quando il triac
viene fatto lavorare nelle condizioni corrispondenti al 1° quadrante,
confermando con tale valore la migliore sensibilità; la stessa corrente
passa a 27 mA per il 4° quadrante, quello che presenta la minore
sensibilità.
Il valore elevato (48 mA) della "latching current" nel 2° quadrante, coincide con una certa difficoltà di innesco del triac.
IL DIAC
Il DIAC si ottiene diffondendo impurità di tipo N in
entrambi i lati di un wafer di tipo P, in modo da ottenere un
dispositivo a due terminali con carateristiche elettriche simmetriche.
La struttura di un DIAC è simile a quella di un transistor NPN con base
aperta.
Si tratta di una struttura bidirezionale, che presenta un'alta
impedenza (e quindi non lascia passare corrente) fino a quando la
tensione applicata ai due terminali non supera un certo valore, detto
"breakover voltage". Al di sopra di tale valore, il Diac entra in una
zona a resistenza negativa, dove si manifesta l'effetto di conduzione a
valanga.
Essendo un dispositivo bidirezionale, il diac costituisce un valido ed
economico sistema di innesco per i triac nei circuiti a controllo di
fase come i regolatori di luce, i sistemi di controllo di velocità dei
motori, ecc. In effetti, questa è l'unica applicazione importante dei
diac.
Come si è accennato, il passaggio in conduzione del diac può avvenire
soltanto superando la tensione di breakover; il diac infatti è dotato
di due soli terminali, detti anodo 1 e anodo 2, e quindi non possiede
un gate.
L'innesco ottenuto applicando ai suoi terminali una tensione superiore
a quella di breakover è utilmente praticabile solo con i diac; anche
gli SCR ed i Triac potrebbero essere portati in conduzione in modo
analogo, ma per questi ultimi il metodo è sconsigliabile, in quanto il
ripetuto superamento della tensione di breakover potrebbe causare danni
ai dispositivi stessi. I Diac utilizzati nei circuiti a controllo di
fase sono sufficientemente protetti contro una eccessiva corrente al
breakover, e quindi possono lavorare in sicurezza quando il
condensatore che essi scaricano non è di capacità eccessiva.
In figura 5 si vede la caratteristica statica del Diac, che appare
simmetrica rispetto alle due polarità della tensione applicata ai
terminali. Sia in un senso che nell'altro, la corrente che attravresa
il diac è minima fino ad un certo valore di tensione, VB0; superato tale valore, la tensione ai capi del diac scende bruscamente ad un valore più basso, V0, detto "breakback voltage", mentre la corrente assume il valore massimo consentito dal circuito. La corrente IB0, corrispondente al breakover, viene detta appunto "breakover current".
Per un diac come quello che si vede in figura 6 (è il BR100 della
Philips), le grandezze caratteristiche hanno i seguenti valori:
- Breakover voltage VB0: da 27 a 36 V
- Output voltage V0: 7 V
- Picco di corrente diretta ripetitivo: 2 A
thyristors; potendo controllare il passaggio della corrente in entrambi
i sensi, esso rappresenta una delle soluzioni più efficienti ed
economiche per il controllo della potenza assorbita dagli utilizzatori
funzionanti con tensioni alternate.
IL TRIAC
Il triac può essere considerato come due diodi SCR collegati in antiparallelo, ovvero affiancati, ma con direzioni opposte (schema a)
della figura 1). Gli anodi dei due SCR diventano i terminali principali
del triac, ed assumono il nome di MT2 e MT1 (Main Terminal 1 e Main
Terminal 2). I gate dei due SCR vengono collegati insieme, e diventano
il gate del triac
In b) si vede la costruzione a blocchi di un triac, mentre in c) è riportato il suo simbolo schematico.
figura 1 |
Come si è detto, il TRIAC può essere attraversato dalla corrente in
entrambi i sensi; occorre notare, inoltre, che il suo passagio allo
stato "on", e cioè di conduzione, può avvenire applicando al gate una
tensione sia positiva che negativa. Queste molteplici possibilità di
funzionamento possono meglio essere illustrate facendo riferimento ad
un grafico come quello di figura 2, detto "a quattro quadranti".
Ciascun quadrante rappresenta una diversa condizione di funzionamento
del triac; le polarità e quindi le tensioni sono sempre riferite al
terminale MT1.
figura 2 |
1° quadrante: Il terminale MT2 è postivo rispetto al terminale MT1; la
corrente che attraversa il triac scorre infatti dall'alto verso il
basso. Il gate, a sua volta, è positivo rispetto ad MT1, ed infatti la
corrente di gate risulta "entrante"
2° quadrante: MT2 è sempre positivo rispetto ad MT1, mentre il gate è negativo; la corrente di gate è una corrente che "esce"
3° quadrante: MT2 è negativo rispetto ad MT1, ed infatti la corrente
attraversa il triac dal basso verso l'alto; la tensione applicata al
gate è negativa rispetto ad MT1
4° quadrante: MT2 è negativo rispetto ad MT1, mentre al gate viene applicata una tensione positiva.
La scelta di far lavorare il Triac in un quadrante piuttosto che un
altro, ovvero di scegliere una tensione di gating positiva o negativa,
modifica in modo più o meno importante le prestazioni del dispositivo.
In seguito alla disposizione fisica degli strati di semiconduttore che
compongono il triac, i valori della "latching current" (IL), della "holding current" (IH) e della "gate trigger current" (IGT), variano da un quadrante all'altro.
Il
funzionamento più utilizzato è quello corrispondente ai quadranti 1° e
3°, ovvero quando la tensione applicata al gate ha la stessa polarità
di quella applicata al terminale MT2; in tali quadranti si ottiene
un'ottima sensibilità di gate. Quando non sia possibile lavorare in
detti quadranti, la migliore alternativa è quella di utilizzare la
coppia di quadranti 2° e 3°.
E' difficile per un triac lavorare nel 2° quadrante quando la corrente dei terminali principali è molto bassa.
Il 4° quadrante presenta, fra tutti, la più bassa sensibilità di gate.
Per comodità e chiarezza, segue una tabella che riepiloga le principali
grandezze caratteristiche dei thyristors, col nome inglese ed il
corrispondente significato in italiano:
BREAKOVER POINT | punto della caratteristica tensione-corrente in cui la resistenza differenziale assume valore zero | |
OFF-State | condizione del tiristor caratterizzata da alta resistenza differenziale e passaggio di corrente quasi nullo | |
ON-State | condizione del tiristor caratterizzata da bassa resistenza differenziale e passaggio della corrente principale fra i "main terminals" | |
Critical Rate-of-Rise of Commutation Voltage of a Triac (Commutating dv/dt) | il minimo valore della velocità di salita della tensione principale, che provoca la commutazione del tiristore dallo stato OFF allo stato ON | |
Critical Rate-of-Rise of On-State Current (di/dt) | la massima velocità di crescita della corrente principale che il tiristor può sopportare senza deteriorarsi | |
IGT | GATE TRIGGER CURRENT | la minima corrente richiesta dal gate per far commutare il tiristor dallo stato OFF allo stato ON |
VGT | GATE TRIGGER VOLTAGE | la tensione da applicare sul gate per ottenere la commutazione |
IL | LATCHING CURRENT | il valore minimo di corrente tra anodo e catodo richiesto per mantenere il tiristor in stato di conduzione, immediatamente dopo la commutazione da OFF a ON e la rimozione della tensione di gate |
IH | HOLDING CURRENT | il valore minimo di corrente tra anodo e catodo richiesto per mantenere il tiristor nello stato di conduzione |
La tabella che segue fornisce un esempio dei valori che assumono le
correnti caratteristiche nei vari quadranti, per un triac da 4 A.
TIPICO TRIAC DA 4 A | ||||
1°quadrante | 2°quadrante | 3°quadrante | 4°quadrante | |
IGT (mA) | 10 | 16 | 25 | 27 |
IL (mA) | 12 | 48 | 15 | 13 |
IH (mA) | 10 | 10 | 11 | 11 |
Come si vede, la corrente di gate risulta di soli 10 mA quando il triac
viene fatto lavorare nelle condizioni corrispondenti al 1° quadrante,
confermando con tale valore la migliore sensibilità; la stessa corrente
passa a 27 mA per il 4° quadrante, quello che presenta la minore
sensibilità.
Il valore elevato (48 mA) della "latching current" nel 2° quadrante, coincide con una certa difficoltà di innesco del triac.
IL DIAC
Il DIAC si ottiene diffondendo impurità di tipo N in
entrambi i lati di un wafer di tipo P, in modo da ottenere un
dispositivo a due terminali con carateristiche elettriche simmetriche.
La struttura di un DIAC è simile a quella di un transistor NPN con base
aperta.
Si tratta di una struttura bidirezionale, che presenta un'alta
impedenza (e quindi non lascia passare corrente) fino a quando la
tensione applicata ai due terminali non supera un certo valore, detto
"breakover voltage". Al di sopra di tale valore, il Diac entra in una
zona a resistenza negativa, dove si manifesta l'effetto di conduzione a
valanga.
figura 3 | figura 4 |
Essendo un dispositivo bidirezionale, il diac costituisce un valido ed
economico sistema di innesco per i triac nei circuiti a controllo di
fase come i regolatori di luce, i sistemi di controllo di velocità dei
motori, ecc. In effetti, questa è l'unica applicazione importante dei
diac.
figura 5 |
Come si è accennato, il passaggio in conduzione del diac può avvenire
soltanto superando la tensione di breakover; il diac infatti è dotato
di due soli terminali, detti anodo 1 e anodo 2, e quindi non possiede
un gate.
L'innesco ottenuto applicando ai suoi terminali una tensione superiore
a quella di breakover è utilmente praticabile solo con i diac; anche
gli SCR ed i Triac potrebbero essere portati in conduzione in modo
analogo, ma per questi ultimi il metodo è sconsigliabile, in quanto il
ripetuto superamento della tensione di breakover potrebbe causare danni
ai dispositivi stessi. I Diac utilizzati nei circuiti a controllo di
fase sono sufficientemente protetti contro una eccessiva corrente al
breakover, e quindi possono lavorare in sicurezza quando il
condensatore che essi scaricano non è di capacità eccessiva.
In figura 5 si vede la caratteristica statica del Diac, che appare
simmetrica rispetto alle due polarità della tensione applicata ai
terminali. Sia in un senso che nell'altro, la corrente che attravresa
il diac è minima fino ad un certo valore di tensione, VB0; superato tale valore, la tensione ai capi del diac scende bruscamente ad un valore più basso, V0, detto "breakback voltage", mentre la corrente assume il valore massimo consentito dal circuito. La corrente IB0, corrispondente al breakover, viene detta appunto "breakover current".
figura 6 |
Per un diac come quello che si vede in figura 6 (è il BR100 della
Philips), le grandezze caratteristiche hanno i seguenti valori:
- Breakover voltage VB0: da 27 a 36 V
- Output voltage V0: 7 V
- Picco di corrente diretta ripetitivo: 2 A
Sab Ott 13, 2012 11:06 pm Da NICO50
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