Ennesimo ritorno
Genere: Guida
Sviluppatore: EA Black Box
Distributore: EA
Lingua: Italiano
Giocatori : 1-8
Lunga vita alle licenze! No, non è uno slogan per promuovere
chissà quale prodotto, ma un pensiero abbastanza comune nel mercato dei
videogiochi. Pioniera di questo concetto non può che essere Electronic
Arts, nota ai più per le sue instancabili serie, rinnovate anno dopo
anno. Need for Speed è indubbiamente un esempio eclatante: circa 65
versioni pubblicate dal 1994 ad oggi.
L'edizione 2009 è il primo episodio della saga a beneficiare di 16 mesi
di sviluppo, contro i 12 di chi lo ha preceduto. Con questo biglietto
da visita, il patron di Electronic Arts, John Riccitiello, ha
presentato Need for Speed Undercover, parlando di una svolta per la
serie dopo la cocente delusione targata ProStreet. Pura verità o
semplice illusione?
Mondo aperto?
Prima di arrivare al nocciolo della questione, che è poi la risposta al
quesito precedente, è importante analizzare gli aspetti caratteristici
di Undercover. Come anticipato poco fa, ProStreet ha totalmente mancato
il suo obiettivo, focalizzandosi su un concetto ben poco intrinseco
nella natura dei NFS: le corse professionistiche. Ben cosciente di
questo fatale errore, EA Black Box ha optato per un netto cambio di
rotta, associando il nuovo Undercover a uno scenario. Ottima
intuizione, se non fosse per la banalità della trama e il relativo
susseguirsi degli eventi. Voi siete un poliziotto incaricato di
infiltrarvi in uno spietato gruppo del crimine internazionale per
provare a incastrarlo. L'uomo che state cercando è un maniaco del
volante ed è l'unico che possiede tutte le informazioni di cui avete
bisogno.
Tri-City è un mondo aperto, che ricrea un ambiente accessibile sin
dalle prime battute di gioco. L'unico limite è la mappa, che permette
di raggiungere le varie prove con un semplice click, affievolendo così
l'illusoria sensazione di libertà. "Prove" è una parola che in Need for
Speed rimanda inevitabilmente alle gare. Per prendere parte a queste
competizioni, si può entrare in possesso di varie vetture, di natura
rigorosamente sportiva. Nessuna utilitaria da taroccare, quindi, o
motociclette. Il primo mezzo a propria disposizione è comunque una
Nissan 240 SX, introdotta all'interno di un inseguimento che apre le
danze all'intera storia.
No challange, no party
Le varie sfide proposte non versano certamente nell'originalità, ma
sono sufficientemente numerose per soddisfare un'ampia fetta degli
amanti delle quattro ruote. Corsa classica, sprint, checkpoint, duello
in autostrada o inseguimenti, non manca veramente nulla, nonostante
siano soprattutto le sfide contro la polizia locale a favorire
l'incremento del tasso d'adrenalina. Eliminare i poliziotti, ad
esempio, propone di metter fuori servizio un certo numero di veicoli
entro un limite di tempo prestabilito.
Il traffico ricopre un ruolo piuttosto marginale. Presenti fuori corsa,
le auto dei cittadini si dimezzano nel corso delle sfide, generando
ampie vie di fuga e ben poco caos cittadino. Solo in autostrada il
traffico è omogeneo, una scelta che avrebbe indubbiamente favorito
anche il cuore di Tri-City e la qualità delle sue corse clandestine.
Gare o passeggiate?
Altra lacuna, non da poco, riguarda l'Intelligenza Artificiale. Gli
avversari, che nella maggior parte dei casi girano con vetture ben più
potenti della vostra, corrono in maniera fin troppo lineare e
prevedibile. Ne scaturiscono così delle gare abbastanza banali,
unicamente favorite dall'aggressività della polizia. In aggiunta, le
corse si svolgono in circuiti chiusi all'interno di una città aperta,
altro elemento che sfavorisce qualsiasi percezione di libertà.
Dopo un'ora di gameplay, si ha come l'impressione di aver già provato
tutto, anche perché la difficoltà, già piuttosto bassa di suo, non
incrementa di un solo passo. In compenso, almeno su una questione il
gioco ha progredito: il tuning. Le vetture possono essere migliorate
automaticamente, oppure ci si può affidare al proprio istinto, senza
dover nemmeno possedere chissà quali doti o competenze.
Grafica da… paura
Altro elemento piuttosto discutibile è il motore grafico. Ok, il cielo
ha una resa notevole, il clipping è un'eresia in un contesto di 127 km
di strade e le vetture rispecchiano le loro controparti reali. È tutto
molto bello, fino a qui, ma il resto è una tragedia. Il frame rate ha
degli sbalzi assurdi per un titolo di nuova generazione. I danni sono
gestiti in maniera assolutamente povera e poco realistica. Non si
capisce, inoltre, l'abuso perenne dell'effetto blur, forse per
mascherare malamente i continui rallentamenti di gioco.
E l'elenco delle disgrazie non finisce qui: a pagina due troviamo degli
effetti (tipo la polvere) osceni, dei bug nella gestione delle
collisioni e, dulcis in fundo, dei tempi di caricamento giurassici. Ah,
le sequenze filmate che narrano lo scenario sono piuttosto belle, ma
interessa a qualcuno?
Sonoro multigiocatore
Per quanto riguarda il sonoro, EA garantisce l'essenziale, come sempre
d'altronde. I pezzi sono relativamente ritmati, senza ostacolare la
potenza dei tubi di scarico delle vetture. Solo il contatto tra le
carrozzerie e il doppiaggio non sono il massimo, ma nel complesso non
ci si può lamentare più di tanto.
Lo split-screen è un dolce ricordo, quindi NFS Undercover gioca la sua
carta multiplayer unicamente online. Sono disponibili solo quattro
modalità di gioco, che permettono fino a otto giocatori di affrontarsi
simultaneamente, ognuno con la propria vettura. Indubbiamente la
componente multigiocatore è l'unico vero modo per allungare l'avventura
in singolo, che mediamente dura una decina di ore al massimo.
Semplice illusione
È incredibile come Need for Speed sia cambiato negli ultimi mesi. Le
promesse alla vigilia non sono state per nulla mantenute e il suo
motore grafico (un tempo solido, per esempio all'ultimo evento di
Lipsia, ad agosto) è in totale contraddizione con la generazione
corrente. Sicuramente la giocabilità ha un suo valore, grazie a una
buona risposta dei mezzi, ma la crudele mancanza di una vera sfida e
una concorrenza sempre più aggressiva, catapulta Undercover nel limbo
dei giochi di media qualità. Ennesima occasione mancata.
iniziale inganna. Sono ben pochi gli spunti grafici di rilievo in
Undercover o, meglio ancora, sono fin troppi gli aspetti negativi. Un
discreto impatto visivo del contesto è rovinato da un frame rate
scandaloso, che si porta dietro un effetto blur invadente, e una
discutibile gestione degli effetti grafici e dei danni. Degni di nota,
al contrario, i filmati cinematografici.
colonna sonora rende bene, in puro stile EA. Gli effetti sono piuttosto
ben marcati, soprattutto il rompo delle vetture, ma non tutto è
credibile fino in fondo (scontri tra le auto in primo luogo).
for Speed parte bene. Le auto sono piuttosto maneggevoli e lo stile di
guida rispecchia la natura folle delle sfide urbane. Peccato che una
volta ingranata la quinta si senta il peso di una marea di lacune: la
sfida è pressoché nulla, l'I.A. corre sui binari, il traffico è quasi
assente (in gara) e la vastità di Tri-City offre una falsa sensazione
di libertà. Non è certamente questo che i fan si aspettano da una serie
rodata come Need for Speed.
storia, per chi ha voglia di completarla, dura una buona decina di ore,
seppur dopo la prima si ha come l'impressione di ripetere sempre le
stesse cose. Il multiplayer, rigorosamente online, è una valida
alternativa al gioco in singolo, ma non va oltre le quattro modalità.
prende spunto a destra e a manca, ma non riesce a ritrovare la sua vera
natura. Si torna agli inseguimenti, ma sono troppe le problematiche che
azzoppano l'intero sistema di gioco. Mancano gli spunti originali,
soprattutto in un periodo in cui la concorrenza non resta a guardare.
Need
for Speed Undercover è tutto tranne che soddisfacente. Il suo sistema
di guida, per quanto preciso e appagante, non regge le carenze di un
motore grafico in affanno e di una percezione di sfida svanita nel
nulla. Ci vuole ben altro per appassionare i fan della serie, e questo
Electronic Arts non lo ha evidentemente appreso (da diversi anni per
giunta). Peccato.
FONTE TOM'S GAME
Genere: Guida
Sviluppatore: EA Black Box
Distributore: EA
Lingua: Italiano
Giocatori : 1-8
Lunga vita alle licenze! No, non è uno slogan per promuovere
chissà quale prodotto, ma un pensiero abbastanza comune nel mercato dei
videogiochi. Pioniera di questo concetto non può che essere Electronic
Arts, nota ai più per le sue instancabili serie, rinnovate anno dopo
anno. Need for Speed è indubbiamente un esempio eclatante: circa 65
versioni pubblicate dal 1994 ad oggi.
L'edizione 2009 è il primo episodio della saga a beneficiare di 16 mesi
di sviluppo, contro i 12 di chi lo ha preceduto. Con questo biglietto
da visita, il patron di Electronic Arts, John Riccitiello, ha
presentato Need for Speed Undercover, parlando di una svolta per la
serie dopo la cocente delusione targata ProStreet. Pura verità o
semplice illusione?
Mondo aperto?
Prima di arrivare al nocciolo della questione, che è poi la risposta al
quesito precedente, è importante analizzare gli aspetti caratteristici
di Undercover. Come anticipato poco fa, ProStreet ha totalmente mancato
il suo obiettivo, focalizzandosi su un concetto ben poco intrinseco
nella natura dei NFS: le corse professionistiche. Ben cosciente di
questo fatale errore, EA Black Box ha optato per un netto cambio di
rotta, associando il nuovo Undercover a uno scenario. Ottima
intuizione, se non fosse per la banalità della trama e il relativo
susseguirsi degli eventi. Voi siete un poliziotto incaricato di
infiltrarvi in uno spietato gruppo del crimine internazionale per
provare a incastrarlo. L'uomo che state cercando è un maniaco del
volante ed è l'unico che possiede tutte le informazioni di cui avete
bisogno.
Tri-City è un mondo aperto, che ricrea un ambiente accessibile sin
dalle prime battute di gioco. L'unico limite è la mappa, che permette
di raggiungere le varie prove con un semplice click, affievolendo così
l'illusoria sensazione di libertà. "Prove" è una parola che in Need for
Speed rimanda inevitabilmente alle gare. Per prendere parte a queste
competizioni, si può entrare in possesso di varie vetture, di natura
rigorosamente sportiva. Nessuna utilitaria da taroccare, quindi, o
motociclette. Il primo mezzo a propria disposizione è comunque una
Nissan 240 SX, introdotta all'interno di un inseguimento che apre le
danze all'intera storia.
No challange, no party
Le varie sfide proposte non versano certamente nell'originalità, ma
sono sufficientemente numerose per soddisfare un'ampia fetta degli
amanti delle quattro ruote. Corsa classica, sprint, checkpoint, duello
in autostrada o inseguimenti, non manca veramente nulla, nonostante
siano soprattutto le sfide contro la polizia locale a favorire
l'incremento del tasso d'adrenalina. Eliminare i poliziotti, ad
esempio, propone di metter fuori servizio un certo numero di veicoli
entro un limite di tempo prestabilito.
Il traffico ricopre un ruolo piuttosto marginale. Presenti fuori corsa,
le auto dei cittadini si dimezzano nel corso delle sfide, generando
ampie vie di fuga e ben poco caos cittadino. Solo in autostrada il
traffico è omogeneo, una scelta che avrebbe indubbiamente favorito
anche il cuore di Tri-City e la qualità delle sue corse clandestine.
Gare o passeggiate?
Altra lacuna, non da poco, riguarda l'Intelligenza Artificiale. Gli
avversari, che nella maggior parte dei casi girano con vetture ben più
potenti della vostra, corrono in maniera fin troppo lineare e
prevedibile. Ne scaturiscono così delle gare abbastanza banali,
unicamente favorite dall'aggressività della polizia. In aggiunta, le
corse si svolgono in circuiti chiusi all'interno di una città aperta,
altro elemento che sfavorisce qualsiasi percezione di libertà.
Dopo un'ora di gameplay, si ha come l'impressione di aver già provato
tutto, anche perché la difficoltà, già piuttosto bassa di suo, non
incrementa di un solo passo. In compenso, almeno su una questione il
gioco ha progredito: il tuning. Le vetture possono essere migliorate
automaticamente, oppure ci si può affidare al proprio istinto, senza
dover nemmeno possedere chissà quali doti o competenze.
Grafica da… paura
Altro elemento piuttosto discutibile è il motore grafico. Ok, il cielo
ha una resa notevole, il clipping è un'eresia in un contesto di 127 km
di strade e le vetture rispecchiano le loro controparti reali. È tutto
molto bello, fino a qui, ma il resto è una tragedia. Il frame rate ha
degli sbalzi assurdi per un titolo di nuova generazione. I danni sono
gestiti in maniera assolutamente povera e poco realistica. Non si
capisce, inoltre, l'abuso perenne dell'effetto blur, forse per
mascherare malamente i continui rallentamenti di gioco.
E l'elenco delle disgrazie non finisce qui: a pagina due troviamo degli
effetti (tipo la polvere) osceni, dei bug nella gestione delle
collisioni e, dulcis in fundo, dei tempi di caricamento giurassici. Ah,
le sequenze filmate che narrano lo scenario sono piuttosto belle, ma
interessa a qualcuno?
Sonoro multigiocatore
Per quanto riguarda il sonoro, EA garantisce l'essenziale, come sempre
d'altronde. I pezzi sono relativamente ritmati, senza ostacolare la
potenza dei tubi di scarico delle vetture. Solo il contatto tra le
carrozzerie e il doppiaggio non sono il massimo, ma nel complesso non
ci si può lamentare più di tanto.
Lo split-screen è un dolce ricordo, quindi NFS Undercover gioca la sua
carta multiplayer unicamente online. Sono disponibili solo quattro
modalità di gioco, che permettono fino a otto giocatori di affrontarsi
simultaneamente, ognuno con la propria vettura. Indubbiamente la
componente multigiocatore è l'unico vero modo per allungare l'avventura
in singolo, che mediamente dura una decina di ore al massimo.
Semplice illusione
È incredibile come Need for Speed sia cambiato negli ultimi mesi. Le
promesse alla vigilia non sono state per nulla mantenute e il suo
motore grafico (un tempo solido, per esempio all'ultimo evento di
Lipsia, ad agosto) è in totale contraddizione con la generazione
corrente. Sicuramente la giocabilità ha un suo valore, grazie a una
buona risposta dei mezzi, ma la crudele mancanza di una vera sfida e
una concorrenza sempre più aggressiva, catapulta Undercover nel limbo
dei giochi di media qualità. Ennesima occasione mancata.
Caratteristica
Voto
Guidizi sintentici
Grafica
5
L'apparenzaVoto
Guidizi sintentici
Grafica
5
iniziale inganna. Sono ben pochi gli spunti grafici di rilievo in
Undercover o, meglio ancora, sono fin troppi gli aspetti negativi. Un
discreto impatto visivo del contesto è rovinato da un frame rate
scandaloso, che si porta dietro un effetto blur invadente, e una
discutibile gestione degli effetti grafici e dei danni. Degni di nota,
al contrario, i filmati cinematografici.
Audio
7,5
La7,5
colonna sonora rende bene, in puro stile EA. Gli effetti sono piuttosto
ben marcati, soprattutto il rompo delle vetture, ma non tutto è
credibile fino in fondo (scontri tra le auto in primo luogo).
Giocabilità
5
Need5
for Speed parte bene. Le auto sono piuttosto maneggevoli e lo stile di
guida rispecchia la natura folle delle sfide urbane. Peccato che una
volta ingranata la quinta si senta il peso di una marea di lacune: la
sfida è pressoché nulla, l'I.A. corre sui binari, il traffico è quasi
assente (in gara) e la vastità di Tri-City offre una falsa sensazione
di libertà. Non è certamente questo che i fan si aspettano da una serie
rodata come Need for Speed.
Longevità
7
La7
storia, per chi ha voglia di completarla, dura una buona decina di ore,
seppur dopo la prima si ha come l'impressione di ripetere sempre le
stesse cose. Il multiplayer, rigorosamente online, è una valida
alternativa al gioco in singolo, ma non va oltre le quattro modalità.
Originalità
2
Undercover2
prende spunto a destra e a manca, ma non riesce a ritrovare la sua vera
natura. Si torna agli inseguimenti, ma sono troppe le problematiche che
azzoppano l'intero sistema di gioco. Mancano gli spunti originali,
soprattutto in un periodo in cui la concorrenza non resta a guardare.
Totale
Need
for Speed Undercover è tutto tranne che soddisfacente. Il suo sistema
di guida, per quanto preciso e appagante, non regge le carenze di un
motore grafico in affanno e di una percezione di sfida svanita nel
nulla. Ci vuole ben altro per appassionare i fan della serie, e questo
Electronic Arts non lo ha evidentemente appreso (da diversi anni per
giunta). Peccato.
FONTE TOM'S GAME
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