Ischia, il ventenne in rianimazione dopo un incidente. Lo strumento è stato ordinato
NAPOLI — Nella sala di rianimazione dell'ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, uno dei Comuni dell'isola d'Ischia, c'è da venerdì notte un ragazzone di vent'anni che pesa cento chili ed è rimasto vittima di un grave incidente stradale. Ha fratture e traumi in varie parti del corpo, e soprattutto ha una frattura alla gamba sinistra che gli provoca continue emorragie. Dovrebbe essere operato, ma in ospedale manca il chiodo gamma, strumento indispensabile per poter eseguire l'intervento. È stato ordinato, dovrebbe arrivare domani.
Nell'ospedale ischitano, dove Giovanni Rosario Calise è tenuto sedato in coma farmacologico, i medici spiegano che le condizioni del ragazzo in questo momento non consentirebbero in alcun caso l'intervento: in ventiquattr'ore i valori dell'emoglobina sono scesi di dieci punti, e sono già state necessarie quattro trasfusioni. «Con i fattori di coagulazione così alterati sarebbe assurdo intervenire», dice il dottor Giovanni Trani, responsabile della Rianimazione. Calise deve quindi essere prima stabilizzato, ma per farlo è necessario l'utilizzo del chiodo gamma, che consentirebbe l'osteosintesi della gamba e fermerebbe di conseguenza l'emorragia. Quindi sembra di capire che se lo strumento fosse stato disponibile già venerdì notte, forse il quadro clinico del ventenne non si sarebbe aggravato tanto. Anche se al Rizzoli Giovanni è arrivato non solo con la gamba rotta, ma con numerosi traumi al viso, la frattura del setto nasale e del femore e con una lesione polmonare. La cosa più giusta sarebbe stato trasferirlo a Napoli, al Cardarelli o al Centro Traumatologico, ma i medici del Rizzoli non se la sono sentita di farlo salire su una eliambulanza: troppo gravi le sue condizioni per consentirgli di lasciare, sia pure per poco tempo, le apparecchiature alle quali è collegato in rianimazione. Il padre del giovane, Vito Calise, sta aspettando in silenzio che suo figlio sia operato. Non fa polemiche. Dice solo: «Mi hanno assicurato che l'intervento si farà domani, e io voglio soltanto sapere che è riuscito. Nient'altro». Il resto giustamente non lo riguarda. Ma i problemi del Rizzoli, compresa la carenza di personale (ieri non si trovava un infermiere per portare Giovanni a fare la Tac), non possono non preoccupare, soprattutto in vista dell'inevitabile aumento di richieste della stagione estiva.
NAPOLI — Nella sala di rianimazione dell'ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, uno dei Comuni dell'isola d'Ischia, c'è da venerdì notte un ragazzone di vent'anni che pesa cento chili ed è rimasto vittima di un grave incidente stradale. Ha fratture e traumi in varie parti del corpo, e soprattutto ha una frattura alla gamba sinistra che gli provoca continue emorragie. Dovrebbe essere operato, ma in ospedale manca il chiodo gamma, strumento indispensabile per poter eseguire l'intervento. È stato ordinato, dovrebbe arrivare domani.
Nell'ospedale ischitano, dove Giovanni Rosario Calise è tenuto sedato in coma farmacologico, i medici spiegano che le condizioni del ragazzo in questo momento non consentirebbero in alcun caso l'intervento: in ventiquattr'ore i valori dell'emoglobina sono scesi di dieci punti, e sono già state necessarie quattro trasfusioni. «Con i fattori di coagulazione così alterati sarebbe assurdo intervenire», dice il dottor Giovanni Trani, responsabile della Rianimazione. Calise deve quindi essere prima stabilizzato, ma per farlo è necessario l'utilizzo del chiodo gamma, che consentirebbe l'osteosintesi della gamba e fermerebbe di conseguenza l'emorragia. Quindi sembra di capire che se lo strumento fosse stato disponibile già venerdì notte, forse il quadro clinico del ventenne non si sarebbe aggravato tanto. Anche se al Rizzoli Giovanni è arrivato non solo con la gamba rotta, ma con numerosi traumi al viso, la frattura del setto nasale e del femore e con una lesione polmonare. La cosa più giusta sarebbe stato trasferirlo a Napoli, al Cardarelli o al Centro Traumatologico, ma i medici del Rizzoli non se la sono sentita di farlo salire su una eliambulanza: troppo gravi le sue condizioni per consentirgli di lasciare, sia pure per poco tempo, le apparecchiature alle quali è collegato in rianimazione. Il padre del giovane, Vito Calise, sta aspettando in silenzio che suo figlio sia operato. Non fa polemiche. Dice solo: «Mi hanno assicurato che l'intervento si farà domani, e io voglio soltanto sapere che è riuscito. Nient'altro». Il resto giustamente non lo riguarda. Ma i problemi del Rizzoli, compresa la carenza di personale (ieri non si trovava un infermiere per portare Giovanni a fare la Tac), non possono non preoccupare, soprattutto in vista dell'inevitabile aumento di richieste della stagione estiva.
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