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    Triac: Applicazioni pratiche

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    Messaggio Da TOMMY's Lun Ago 18, 2008 5:35 pm

    Gli SCR ed i triacs sono componenti ideali per il controllo della
    potenza col sistema "switching" (termine che in italiano si potrebbe
    tradurre come "accendi-spegni"), particolarmente per circuiti ad alta
    potenza come quelli che impiegano elementi riscaldanti (forni, stufe,
    ecc.). La potenza che arriva al carico può essere facilmente
    controllata da un segnale di modesta ampiezza, evitando di ricorrere a
    dispositivi elettromeccanici come ad esempio i relè.
    Un circuito oramai classico che utilizza i tiristors è il "lamp
    dimmer", ovvero regolatore di luce per lampade. Un triac
    particolarmente adatto a questa applicazione è il BT138 della Philips:
    in primo luogo, potendo controllare picchi di corrente fino a 90 A,
    esso è in grado di sopportare il notevole flusso di corrente che si
    produce all'accensione della lampada, quando questa è ancora fredda; il
    BT130 può inoltre sostenere transienti di tensione bidirezionali di
    valore elevato, mentre, grazie alla bassa impedenza termica della sua
    struttura, non ha particolari necessità di alette di dissipazione del
    calore. In figura 1 si vede lo schema del circuito nella sua
    configurazione più semplice; segue una breve e semplificata descrizione
    del suo funzionamento.


    Triac: Applicazioni pratiche Thap01Triac: Applicazioni pratiche Thap02
    figura 1figura 2


    Poichè il circuito viene collegato alla corrente alternata di rete, ai
    capi del triac saranno presenti, alternandosi da un istante all'altro,
    la semionda positiva e quella negativa. Se noi facessimo arrivare sul
    gate degli impulsi prefettamente sincronizzati con l'inizio di ogni
    semionda, il triac sarebbe sempre in conduzione, ed in pratica la
    lampada si accenderebbe alla massima potenza. Questo caso è
    rappresentato nel grafico di figura 2: si vede che gli impulsi sul gate
    arrivano esattamente all'inizio di ogni semionda; ogni impulso innesca
    il triac, facendolo condurre per tutta la durata della semionda che
    segue.


    Triac: Applicazioni pratiche Thap03
    figura 3
    Supponiamo invece di inviare gli impulsi sul gate ritardati rispetto
    all'inizio delle semionde, ovvero "sfasati"; come si vede in figura 3,
    poichè il triac è bloccato, la corrente non potrà scorrere in
    corrispondenza di ogni semionda di tensione, ma solo dopo che l'arrivo
    di un impulso sul gate avrà innescato il triac. Poichè, come si vede,
    solo una parte della corrente attraversa il carico, e cioè la lampada,
    succede che il valore medio della corrente stessa risulta minore, e
    quindi alla lampada arriva meno potenza. Più gli impulsi sul gate
    saranno sfasati rispetto alle semionde della tensione applicata al
    triac, più sarà breve il tempo per cui passerà la corrente. Ad ottenere
    questo sfasamento, provvede il circuito visto in figura 1, ed
    esattamente le due resistenze R1+R2 insieme al condensatore C1. La
    resistenza R2 è regolabile: aumentando il suo valore, C1 impiega più
    tempo a caricarsi, e quindi gli impulsi sul gate giungono più in
    ritardo. Ogni impulso è infatti prodotto dalla carica accumulata da C1;
    quando la tensione ai capi del condensatore raggiunge la tensione di
    breakover del DIAC, questo va in conduzione e scarica sul gate del
    triac l'energia che si è accumulata in C1. Il triac passa a sua volta
    in conduzione, e vi resta per tutta la durata della semionda, cioè fino
    a che questa torna al valore zero.



    Il circuito di figura 1 può essere migliorato con l'aggiunta di altri
    componenti, come si vede in figura 4. L'aggiunta di un secondo
    condensatore (C2) e di un'altra resistenza (R3) permette di ridurre
    sensibilmente l'effetto di isteresi che si manifesta in questi
    circuiti.
    Triac: Applicazioni pratiche Thap04
    figura 4

    Un esempio di isteresi è il seguente: supponiamo
    di ruotare la manopola collegata alla resistenza variabile di controllo
    (R2), fino al punto in cui la lampada comincia ad accendersi;
    successivamente aumentiamo la potenza, ruotando ancora la manopola.
    Allorchè si torna indietro, per spegnere la lampada, notiamo che questa
    non si spegne nel punto in cui si era accesa, ma in un punto successivo.



    La resistenza R4 è utile per mantenere entro limiti sicuri l'ampiezza
    dell'impulso di trigger, così come la resistenza VDR (U 350V/1mA)
    protegge il Triac in caso di sovratensioni.
    Il condensatore C e l'induttanza L costituiscono una cella di filtro
    che ha lo scopo di ridurre i disturbi causati dal funzionamento del
    circuito e trasmessi agli altri utilizzatori collegati alla rete
    (televisori, impianti Hi-Fi, ecc.). I valori di tali componenti possono
    essere di 0,15 µF per il condensatore e 2,5 µH per l'induttanza.

    Un modo diverso di ottenere l'innesco di un triac è quello di far
    giungere sul gate una tensione alternata di basso valore, in fase con
    quella applicata ai "main terminals" MT1 ed MT2. In figura 5 si vede un
    esempio di tale applicazione, che ripropone il circuito già visto nella
    lezione 5 sulle fotoresistenze, opportunamente modificato.



    Triac: Applicazioni pratiche Thap05
    figura 5

    Il circuito, che serviva a comandare l'accensione di un utilizzatore in
    funzione della luce ambiente, utilizzava a tale scopo un relè pilotato
    da un transistor. In questo caso, il relè viene eliminato, ed al suo
    posto si utilizza un triac, con le stesse funzioni di dispositivo
    "switching".

    Come si vede, il circuito del Triac, che comprende la lampada L
    (utilizzatore), è disegnato in viola, e costituisce un circuito a
    parte, derivato direttamente dalla tensione di rete a 220 V. La
    tensione alternata che arriva sul gate del triac viene prelevata da un
    secondo avvolgimento (S2) del trasformatore utilizzato per
    l'alimentazione di tutto il circuito; si tratta di un avvolgimento
    anch'esso a bassa tensione, in grado di fornire pochi volt e qualche
    centinaio di mA di corrente.
    Questa bassa tensione di controllo arriva al gate attraverso la
    resistenza RG e la foto-resistenza FTG;
    Triac: Applicazioni pratiche Thap06
    figura 6 -
    foto-accoppiatore
    realizzato montando in un tubetto un led ed una fotoresistenza,
    sigillati per essere insensibili alla luce esterna

    quando la FTG è illuminata, la sua resistenza diventa molto bassa e
    consente il passaggio di una corrente in grado di innescare il triac.
    Ad illuminare la fotoresistenza provvede il led inserito sul circuito
    di collettore del transistor che, nel vecchio circuito, comandava il
    relè. L'accoppiamento del led con la fotoresistenza FTG, che permette
    di abbinare il funzionamento di due circuiti, senza collegarli dal
    punto di vista elettrico, si definisce "opto-isolato"; in pratica
    esiste un accoppiamento di tipo ottico, mentre si mantiene l'isolamento
    elettrico fra il circuito di comando e quello del Triac.
    Perchè
    l'accoppiamento funzioni, il led e la fotoresistenza, montati uno di
    fronte all'altro, devono essere racchiusi in un involucro che non
    consenta il passaggio della luce esterna (figura 6).
    I valori delle resistenze RG ed FTG cambiano in funzione della tensione
    del secondario S2 e delle caratteristiche del triac che si usa;
    orientativamente, per RG può essere adatto un valore di circa 4,7kΩ,
    mentre la fotoresistenza FTG deve avere un valore dell'ordine delle
    centinaia di kΩ al buio e di pochi kΩ alla luce.
    Triac: Applicazioni pratiche Thap07
    figura 7 -
    (fotoaccoppiatore SFH615)
    Per
    ottenere la giusta fase della tensione di gate rispetto alla tensione
    principale applicata ai main terminals del triac, può essere necessario
    invertire il collegamento dei fili al secondario S2.
    In ogni caso, in commercio esistono, già confezionati, dei
    foto-accoppiatori, come il tipo SFH615 (figura 7), costituito da un
    diodo GaAs quale emettitore di infrarossi e da un transistor planare al
    silicio, come rivelatore, il tutto incapsulato in un involucro plastico
    DIP-4, ed in grado di garantire un sicuro isolamento fino a una
    tensione di lavoro di 400 Vrms.







    ATTENZIONE: PERICOLO DI FOLGORAZIONE!

    Triac: Applicazioni pratiche Thap08Coloro
    che intendono realizzare praticamente i circuiti qui descritti, devono
    porre in atto tutte le misure atte a garantire la personale incolumità;
    si ricorda infatti che, mentre i circuiti visti nelle lezioni
    precedenti erano alimentati a pile o a bassa tensione, i componenti
    come i Triac risultano direttamente collegati alla tensione 220 V di
    rete, con pericolo di scariche elettriche anche mortali per
    l'operatore. Si raccomanda quindi di:
    - lavorare solo su piani di lavoro isolanti, come formica o legno
    - scollegare l'alimentazione ogni volta che si procede ad una modifica del circuito
    - lavorare stando seduti su pedane isolanti, facendo attenzione a non essere sudati e ad avere le mani ben asciutte
    - se possibile, effettuare le sperimentazioni interponendo un
    trasformatore 1:1 o "separatore di rete", in modo tale da essere in
    ogni caso elettricamente isolati dalla rete.

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